La «cinematografia sentimentale» dei Canti Orfici di Dino Campana nella traduzione dall’italiano al romeno

Abstract: (The “sentimental cinematography” of Dino Campana’s “Canti Orfici” in the translation from Italian to Romanian). In Dino Campana's Canti Orfici, some critics rightly observed the tendency towards fragmentation of Campana’s poetics, along with the decomposition and dematerialization of the images (Ceragioli 1985, 407). The poet uses a cinematographic technique (so called by Ceragioli, inspired by a subtitle of La Notte which was substituted in the final edition: Morti cinematografiche), employing techniques very similar to that of the Futurists. In fact, Campana uses sequences of frames that seem to follow one other in a perpetual present, liberated from time and space. Consequently, the traditional syntactic structure is interrupted by chromatic and musical elements introduced into the text by means of repetitions (Ceragioli 1985, 30, 31, 407). It gives rise to a new system, with a cohesion and coherence specific to Campana; on this system focused the translation process of the Canti Orfici into Romanian (Campana 2017). The present research focuses on some of the strategies employed by the translator to maintain the segmentation typical of the new Campanian system (the paratactic, nominal, a-verbal, a-temporal syntaxes, the hyperbatons, the dislocations, the prolepsis, anacoluthon effects, the lack of punctuation), while enhancing, at the same time, the elements of continuity within and beyond the limits of the sentence, the construction of the unitary sense and any progressive and coherent enchaining of ideas [strong lexical cohesion: Genoese vocabulary, stylistic figures of repetition, alliteration, parallelism, ellipsis (Sgroi 2007, 93-94)].

Keywords: Dino Campana, Canti Orfici, translation, sentimental cinematography, coherence, cohesion.

Riassunto: Sui Canti orfici di Dino Campana c’è chi ha giustamente notato la tendenza del testo a frantumarsi in concordanza con la poetica campaniana che tende alla scomposizione e alla smaterializzazione dell’immagine (Ceragioli 1985, 407). Il poeta adopera un procedimento cinematografico (così chiamato da Ceragioli, che prende spunto dal sottotitolo scomparso dall’edizione finale della sezione La Notte: Morti cinematografiche), impiegando una tecnica molto simile a quella futurista. In effetti, Campana concatena inquadrature che paiono defilare una accanto all’altra in un presente perpetuo, ossia liberate dal tempo e dallo spazio, di conseguenza la struttura sintattica tradizionale viene disgregata da elementi cromatici e musicali introdotti nel testo per mezzo di ripetizioni (Ceragioli 1985, 30, 31, 407). La presente ricerca presenta alcune strategie impiegate nella traduzione dei Canti Orfici dall’italiano al romeno (Campana 2017), per mantenere la segmentazione tipica del nuovo sistema campaniano (la sintassi paratattica, nominale, a-verbale, a-temporale, gli iperbati, la dislocazione, la prolessi di sintagmi preposizionali, gli effetti di anacoluto, l’abolizione della punteggiatura), valorizzando, al contempo gli elementi di continuità all’interno e oltre i limiti della frase, la costruzione del senso unitario e qualsiasi sviluppo progressivo e coerente [forte coesione lessicale: il lessico genovese, figure stilistiche della ripetizione, allitterazione, parallelismo, ellissi (Sgroi 2007, 93-94)].

Parole-chiave: Dino Campana, Canti Orfici, traduzione, cinematografia sentimentale, coerenza, coesione.

Sectiune
Lingua e letteratura italiana
Pagina
239
DOI
10.35923/QR.10.02.18