University of the Witwatersrand
«E ogni lingua deven tremando muta…» Dalla crisi della parola a nuove forme di comunicazione. Alcuni esempi otto-novecenteschi.
Riassunto: Una crisi profonda del linguaggio verbale, percepito come carente o inadeguato, attraversa la civiltà occidentale, assumendo caratteristiche peculiari nella cultura peninsulare. Fin dalle origini della letteratura italiana, l’afasia nasce dall’ineffabilità del divino: la parola si rivela insufficiente a esprimere il sacro, e le poetiche stilnoviste cercano nuovi linguaggi, raffinati e musicali; nella terza cantica dantesca prevale il codice visivo, per cui la luce diventa veicolo di senso più del verbo.
Nel Romanticismo si manifesta l’esigenza di un dialogo fra linguaggi diversi, mentre il conflitto tra io e mondo, ideale e reale, rende arduo ‘dire’ la realtà. Nel Novecento, la celebre invocazione montaliana “Non chiederci la parola che mondi possa aprirti” testimonia una crisi profonda dei valori tradizionali, riflessa in un ‘mutismo’ dell’intellettuale, alla ricerca di codici alternativi per esprimere idee, atmosfere, contenuti.
La nostra conferenza si propone di analizzare questa ‘crisi della parola’ attraverso opere letterarie e teatrali tra Ottocento e Novecento. All’origine del motivo si colloca idealmente l’opera lirica Fenella, la muta di Portici (1831), libretto di Gaetano Rossi, in cui gestualità e sguardi della protagonista assumono valore ermeneutico, rivelando verità inesprimibili e introducendo altresì il motivo della ‘donna silenziata’, presente in particolare nella scrittura a firma femminile (Maria Messina). In altri casi, il mutismo — reale o metaforico, voluto o imposto — permette lo sviluppo di forme comunicative altrettanto efficaci: in Il trapezio (1920) di Boito, il silenzio di Yao esalta la scrittura orientale; in Serafino Gubbio operatore (1925) di Pirandello, il silenzio e la scrittura diventano strumenti per ordinare il reale e superare l’orrore. Nel romanzo pirandelliano, l’afasia assume anche una valenza di opposizione al potere e segno di alienazione nella società tecnologica, anticipando il mutismo selettivo degli operai ne I muti (1957) di Camus, simbolo dell’impotenza proletaria.
Infine, l’afasia può configurarsi come via d’accesso al soprannaturale: secondo Lacan, il fantasma è muto perché esprime un desiderio che supera il linguaggio, proteggendo il soggetto dall’impatto con la realtà.
In conclusione, la crisi della parola, incarnata nel personaggio muto o afasico, non è una semplice mancanza, bensì un’opportunità preziosa per esplorare la ricchezza di altri codici espressivi, indispensabili per interpretare una realtà sempre più complessa e sfuggente, e per mettere in discussione sistemi di valori tradizionali, criticando ingiustizie economiche e sociali.
Parole-chiave: afasia, mutismo, opera lirica, Arrigo Boito, Pirandello, Maria Messina, fantasma
««E ogni lingua deven tremando muta…» From the Crisis of the Word to New Forms of Communication. Some Examples from the Nineteenth and Twentieth Centuries/strong>
Summary: A profound crisis of verbal language, perceived as deficient or inadequate, permeates Western civilization, assuming distinctive features within Italian culture. From the very origins of Italian literature, aphasia emerges from the ineffability of the divine: words prove insufficient to convey the sacred, and the Stilnovist poetics seek new forms of expression, refined and musical. In Dante’s Divine Comedy, particularly in the third cantica, the visual code prevails, with light becoming a more powerful vehicle of meaning than the word itself.
During the Romantic period, the need for dialogue among different languages arises, while the conflict between the Self and the World, ideal and reality, renders the task of explaining reality through words arduous. In the twentieth century, Montale’s renowed invocation, “Non chiederci la parola che mondi possa aprirti,” testifies to a profound crisis of traditional values, reflected in the intellectual’s ‘mutism,’ mirrored in the search of alternative codes capable of expressing ideas, atmospheres, and content.
This presentation aims to analyze this ‘crisis of the word’ through a selection of literary and theatrical works from the nineteenth and twentieth centuries. Among the earliest manifestations of the motif we find Fenella, the Mute of Portici (1831), by Gaetano Rossi, where the protagonist’s gestures and expressive glances assume an hermeneutic function, revealing truths that elude verbal articulation. This introduces the theme of the ‘silenced woman,’ which is notably developed in female-authored literature (Maria Messina). In other cases, muteness—whether literal or metaphorical, voluntary or imposed —enables the development of equally effective communicative forms: in Arrigo Boito’s Il trapezio (1920), Yao’s silence elevates Oriental writing; in Pirandello’s Serafino Gubbio Operatore (1925), silence and writing become tools to order reality and overcome horror. In Pirandello’s novel, aphasia also takes on a role of opposition to power and is a sign of alienation within technological society, anticipating the selective mutism of workers in Albert Camus’s The Silent Men (1957), emblematic of proletarian impotence.
Finally, aphasia may be conceived as a gateway to the supernatural. According to Lacan, the ghost is mute because it expresses a desire that transcends language, shielding the subject from the impact of reality.
In conclusion, the crisis of the word, embodied in the mute or aphasic character, should not be viewed merely as a deficient trait. Rather, it offers a precious opportunity to explore the richness of alternative expressive codes, which are indispensable for interpreting an increasingly complex and elusive world, and for challenging entrenched value systems by critiquing economic and social injustices.
Keywords: aphasia, mutism, opera, Arrigo Boito, Pirandello, Maria Messina, ghost
Daniela Bombara, research associate presso la University of the Witwatersrand, si occupa di letteratura italiana dell’Ottocento e del primo Novecento, di letteratura femminile, di fantastico, dei rapporti fra forme letterarie, musicali e linguaggi multimediali, e di letteratura siciliana. Ha pubblicato su riviste scientifiche internazionali e di classe A.
Al momento ha in corso un progetto sui paesaggi sonori e le forme musico-culturali, che confluirà nella rivista SOUNDS/SUONI. An Interdisciplinary Journal on Soundscapes and Literary Music.
Ha curato recentemente Charms and Hermeneutics of Sounds. A Journey between Literary Music and Sounds, con Ellen Patat, “Interférences littéraires/literaire interferenties”, Vol. 29, No. 1, 2024; Dal margine al centro: rappresentazioni della disabilità nella letteratura e cultura dell'Italia contemporanea, con Ellen Patat, “Cuadernos de Filología Italiana”, n. 31, 2024; Verga Pop. Rifrazioni verghiane nelle arti visive, performative, nella letteratura e cultura popolare, con Ellen Patat, “Filoloski pregled”, 1, 2024; Epifanie entomologiche. Gli insetti nella cultura italiana, con Ellen Patat, Troubador Publishing, 2023.
Fra le sue recenti pubblicazioni: Corpi manchevoli, corpi disabili, corpi-trappole nell’era del patriarcato feroce. Le donne di Maria Messina, in Il corpo che abito. Visioni e riflessioni nella letteratura e dintorni, a cura di Marta Galiñanes Gallén, Loredana Salis, Alessandra Cattani, Madrid, Dykinson, 2025; Scena e potere. La scomparsa “quantistica” di Ettore Majorana nel teatro musicale, in “Italies”, 2024; Soundscapes ribelli, fra silenzi, emarginazione e riscatto: la dimensione sonora sofferta e conflittuale in alcune opere di Maria Messina e Kate Chopin, in “Interférences littéraires”, 2024; (con Ellen Patat) Riscritture «bellicose». Inferno di Ruijters e il videogioco Dante’s Inferno, in Armi e armature nella letteratura italiana, a cura di Teresa Agovino, Matteo Maselli, Firenze, Franco Cesati, 2024; Miracolo d’estate (1971) di Laura Di Falco: bambole viventi e madri ‘cattive’ tra fantastico e fantascienza, in La prosa italiana tra comunicazione e invenzione letteraria, a cura di Elena Pirvu, Firenze, Cesati, 2024; Emarginazione, slancio creativo, violenza, oppressione. Personaggi muti nella letteratura italiana contemporanea come studio di caso, in “Cuadernos de Filología Italiana”, 2024; La mafia alle mie spalle (1991) di Livia De Stefani fra autobiografia e autofiction, in Mujeres y autoescrituras. Recreaciones literarias en primera persona, a cura di Sara Velázquez-García, Jorge Diego Sánchez, Granada, Comares, 2023; Le perversioni narrative di Mura fra empowerment femminile e ribaltamento delle convenzioni sociali, in La transgresión femenina en la literatura italiana, a cura di Stella Maria Castellaneta, Milagro Martin-Clavijo, Valencia, Tirant Lo Blanch, 2023.
