Eruditi italiani nello spazio transilvano tra XV e XVI secolo
Abstract: (Italian Scholars in Transylvania during the 15th and 16th Centuries) The Italian presence in Transylvania in the 15th and 16th centuries, the bright period of the Italian humanism and Renaissance, was numerous and qualified: humanists, historiographers, artists, religious dissenters frequented the main cultural towns of Transylvania and the court of its princes. Since the beginning of the 15th century, Oradea had become centre of diffusion in Transylvania of Italian Renaissance culture thanks to the Tuscan bishop Andrea Scolari and the Istrian humanist Pier Paolo Vergerio the Old, whose presence in Oradea is related to the symposia organized by the bishop Giovanni de Dominis and the next chancellor of King Matthias Corvinus, John Vitez. Two figures of historiographers are emblematic in the description of the Transylvanian historical and political events of the 16th century: Flavio Ascanio Centorio degli Ortensi, who wrote the work De’ Commentarii della guerra di Transilvania, very important source and model also for the subsequent historiographers, and the Venetian Gianmichele Bruto, who became the historiographer of the prince of Transylvania and king of Poland, Stephen Báthori. Also the religious dissenter Giorgio Biandrata, who greatly influenced politics of Prince John Sigismund, and the Jesuit Antonio Possevino are very significant personages. Possevino exposed his opinions on the contemporary political events in the Transilvania, which can be considered the first historical, geographical, social, religious, etnographic representation of the homonymous region. However, the presence of numerous Italian intellectuals, artists, musicians etc. at the Transylvanian court brought about some unfriendly feelings towards Italian guests who heavily weighed on the budget of the Principality. The murder of Farkas Kovacsóczy and Sándor Kendi, counsellors of Prince Sigismund Báthori, and the death of his successor Andrew Báthori put end to the splendid period of the Transylvanian humanism, that greatly owed to Italian culture.
Keywords: Transylvania, Renaissance, Humanism, Italian scholars, Modern history.
Riassunto: La presenza italiana in Transilvania nei secoli XV e XVI, che caratterizzano il fulgido periodo dell’umanesimo e del Rinascimento italiano, fu numerosa, assidua e qualificata: umanisti, storiografi, artisti, dissidenti religiosi, intellettuali frequentavano le principali sedi culturali della regione subcarpatica e la corte dei suoi principi. La città di Oradea/Várad era divenuta fin dall’inizio del Quattrocento centro di irradiazione della cultura rinascimentale italiana in Transilvania grazie al vescovo toscano Andrea Scolari e all’umanista capodistriano Pier Paolo Vergerio il Vecchio; la presenza del Vergerio a Oradea è legata ai simposi che qui erano organizzati dal vescovo Giovanni de Dominis e da Giovanni Vitéz, futuro cancelliere del re Mattia Corvino. Due figure di storiografi sono emblematiche nella descrizione delle complesse vicende storiche e politiche della Transilvania: Flavio Ascanio Centorio degli Ortensi, che scrisse l’opera De’ Commentarii della guerra di Transilvania, fonte documentaria anche per lavori storiografici successivi, e il veneziano Gianmichele Bruto, che divenne lo storiografo del principe di Transilvania e re di Polonia Stefano Báthori. Molto significativa è la figura di Giorgio Biandrata, considerato il padre spirituale dell’antitrinitarismo transilvano, che esercitò una notevole influenza sulla politica dello stesso principe Giovanni Sigismondo. Coevo del Biandrata fu il gesuita Antonio Possevino, che raccolse ed espose le proprie impressioni e opinioni sulle vicende politiche della sua epoca nella Transilvania, la prima rappresentazione storica, geografica, politica, religiosa, etnografica, giuridica e sociale dell’omonima regione. La presenza di numerosi eruditi ma anche di artisti, musici e altri personaggi minori italiani alla corte transilvana finì però col suscitare sentimenti non del tutto amicali nei confronti degli ospiti italiani, che gravavano sensibilmente sul bilancio del Principato. Con l’uccisione dei consiglieri del principe Sigismondo Báthori Farkas Kovacsóczy e Sándor Kendi e del suo successore Andrea Báthori, si concluse anche lo splendido periodo dell’umanesimo transilvano, che tanto fu debitore a quello italiano.
Parole chiave: Transilvania, Rinascimento, Umanesimo, Eruditi italiani, Storia moderna.