Attenuazione e ripetizione in All alone di Giorgio Caproni

Abstract: (Giorgio Caproni's verses translated into Romanian. Syntactic figures) The present analysis focuses on the poem All Alone written by Giorgio Caproni in the 1950s and published in volume Il Passaggio d’Enea. It proceeds on the basis of two stylistic coordinates that we consider relevant to the text in discussion: the attenuation techniques and the figures of repetition. They are akin to Caproni's poetics of reticence, which, although fully manifested in the volumes written by the poet after the 1970s, dates back not only in Il Passaggio d’Enea, but much earlier, beginning with Come un’allegoria. In the central part of the poem All alone, entitled Versi the lives and the movements of the “uomini miti”, who conduct themselves like automatons in an obscure universe of attuned sounds and hallucinating electric light, unfolds through mitigating epithets that expand the sensation of seamless everyday banality. The manners of attenuation are increased by various forms of repetition (rhyme, assonances) which trace the atmosphere of an endless trap; an existential labyrinth that reaches extreme forms in volume Il Conte di Kevenhüller published in 1986. The frame enclosing the Verses, formed by Didascalia and Epilogo enables the poet to detach from the anodyne repetitiveness of this world and allows a glimpse of life in the steep streets of a festive Genoa.

KeywordsGiorgio Caproni, attenuation, repetition, All alone, Il Passaggio d’Enea.

Riassunto: La presente riflessione sulla poesia All Alone scritta da Giorgio Caproni negli anni Cinquanta, e pubblicata nel volume Il Passaggio d’Enea, è condotta sulla base di due coordinate stilistiche che riteniamo rilevanti per il testo in questione: l’attenuazione e le figure della ripetizione. Esse sono affini alla poetica caproniana della reticenza che, sebbene si manifesti pienamente nei volumi scritti dal poeta dopo gli anni Settanta, risale a quelli anteriori al Passaggio d’Enea, a cominciare da Come un’allegoria. In All alone, poemetto suddiviso in DidascaliaVersi ed Epilogo, l’epopea minuta degli “uomini miti” si svolge nella parte centrale: Versi. Essi si muovono come automi in un universo oscuro di suoni attutiti e di allucinante luce elettrica, si dispiega attraverso epiteti mitiganti che accrescono la sensazione di banalità quotidiana senza soluzione di continuità. Vi si aggiungono le anafore e le altre forme di ripetizione (la rima, le assonanze), modalità dell’attenuazione che concorrono a delineare l’atmosfera di trappola senza uscita intessuta nella sezione centrale del piccolo poema, di labirinto esistenziale che raggiunge forme estreme nel volume Il Conte di Kevenhüller degli anni Ottanta. La cornice, formata dalla Didascalia e dall’Epilogo, segna un distacco dell’io poetico dalla soffocante ciclicità di detto mondo e apre uno spiraglio di vita che, con lo sciamare dei gruppi di ragazze,  anima le ripide strade di una Genova in festa.

Parole-chiave: Giorgio Caproni, attenuazione, ripetizione, All alone, Il Passaggio d’Enea.

Sectiune
Lingua e letteratura italiana
Pagina
189
DOI
10.35923/QR.11.02.15