I segnali funzionali: portatori di identità ed espressività linguistica

Abstract: (Functional Signals: Bearers of Linguistic Identity and Expressiveness) In the interaction between a native Italian speaker and a learner of Italian, the reasoned and unspontaneous use of functional signals or the non-use of them might betray the latter. Discourse markers are specific to the spoken language, but they are not negligible in the written language either, as they act as connectors and textual organisers, as cognitive-relational facilitators and enhancers. Although they are mostly superfluous from an informational point of view, they are almost indispensable to guarantee an appropriate linguistic colouring. They are the ones that manage to encapsulate much of the genuineness, spontaneity, and specificity of a language. For a learner of Italian, they are difficult to master and use with fluency – certainly not the common ones (beh, allora, dai, cioè...), but not for that reason insignificant. One needs constant and careful exposure to a lot of authentic input in order to be able to assimilate them correctly and durably. In order to illustrate the expressiveness of functional signals, we will briefly analyse their contribution to expressiveness within a passage from Alessandro D’Avenia’s novel White Like Milk, Red Like Blood). Moreover, we will reflect on their translation into four other foreign languages. In closing, we will point out the need for LS Italian textbooks that also cover the teaching of functional signals.

Keywords: functional signals versus discursive signals, interactional dynamics, linguistic identity, expressiveness, teaching and learning.

Riassunto: Nell’interazione tra un madrelingua italiano e un apprendente di italiano, l’uso ragionato e poco spontaneo dei segnali funzionali o il mancato uso di essi può tradire quest’ultimo. I marcatori di discorso sono specifici della lingua parlata, ma non sono trascurabili neanche nello scritto in quanto fungono da connettivi e organizzatori testuali, da agevolatori e potenziatori cognitivo-relazionali. Pur essendo per lo più superflui dal punto di vista informativo, sono quasi imprescindibili per garantire un’idonea coloritura linguistica. Sono quelli che riescono a racchiudere gran parte della genuinità, spontaneità, specificità di una lingua. Per un discente di italiano sono difficili da padroneggiare e adoperare con scioltezza – non certo quelli comuni (beh, allora, dai, cioè...), ma non per questo trascurabili. Serve una costante e attenta esposizione a molto input autentico, in modo da poterli assimilare in maniera corretta e duratura. Per illustrare l’espressività dei segnali funzionali, analizzeremo brevemente il loro apporto in un passaggio tratto dal romanzo Bianca come il latte, rossa come il sangue di Alessandro D’Avenia e rifletteremo, inoltre, sulla loro traduzione in altre quattro lingue straniere. In chiusura, rileveremo la necessità di manuali di italiano LS che contemplino anche l’insegnamento dei SF.

Parole-chiave: segnali funzionali versus segnali discorsivi, interazione, identità linguistica, apprendimento.

Sectiune
Lingua e letteratura italiana
Pagina
135
DOI
10.35923/QR.10.02.11